Polyrhythm, rassegna collettiva di arte contemporanea
presso Orygma Ancient Shed, Via Corelli 34 Milano.
Venerdì 25 Ottobre opening della rassegna di arte contemporanea Polyrhythm a cura di Lucio Forte. In esposizione dipinti e fotografie di: gruppo artistico Artemisia (Francesca Bruni, Rita Carelli Feri, Renata Ferrari, Pea Trolli, Emanuela Volpe), Nicola Bertoglio, Alessandra Bisi, Giancarlo Caciagli. Lucio Forte, Giuseppe Giacobino, Nairò e Marco Sancini.
Sono in mostra interessanti opere a confronto.
Il tema della rassegna deriva da un concetto estrapolato dal linguaggio della musica, la poliritmia, che rappresenta l’utilizzo simultaneo di ritmi non multipli della stessa unità temporale, per arrivare a costruire una figura ritmica differente da quelle già presenti nei ritmi che la costituiscono presi singolarmente. Nell’arte figurativa sovrapposizioni ritmiche possono creare un sistema di lettura dinamico-pluridimensionale.
Trasponendo quest’idea all’arte figurativa ed all’architettura ci troviamo a predisporre di un importante strumento.
I ritmi compositivi in architettura sono spesso molto marcati, ben visibili, i canoni progettuali ed i sistemi costruttivi stessi sono genesi della realizzazione di strutture ritmiche poiché la matematica da sempre in architettura detta i tempi, la metrica nella creazione dei manufatti.
Nelle arti figurative, invece è meno necessario, ma solo relativo ad una scelta, il rigore matematico, e quindi più intrigante utilizzarlo in una sperimentazione astratta che non lo prevede obbligatoriamente, come nella progettazione architettonica e nel calcolo strutturale.
E così che vediamo anche quanto il ritmo rappresenti un valore estetico archetipo.
l’idea di vedere e di immaginare costruzioni ritmiche.
Il ritmo nella bidimensione suggerisce l’idea della profondità così come succede nella prospettiva. Il ritmo nelle texture costituisce un linguaggio, di geometrie, come la scrittura fatta di simboli intelligibili, o una lettura di pieni e vuoti, come una scacchiera.
I ritmi si distribuiscono nello spazio, questa condizione poliritmica ci fa vivere inoltre un’esperienza temporale dentro l’immagine e non solo, innescando un processo conoscitivo, un motore ritmico, il battito cardiaco, ci permette di scoprire e conoscere l’aspetto criptato dentro l’immagine. Ovvero una proiezione immaginativa dinamica, un fermento di realtà nascoste dentro, dietro ciò che raffigura un’opera.
Un movimento di molecole che prendono vita nell’illusione e raccontano ciò che mai consciamente, lucidamente potremmo riuscire ad inventare e descrivere, un sogno che si racconta, che vive di vita propria, che nasce grazie alla fruizione inconscia e simultanea di ritmi differenti intrecciati da cadenze nella multidimensionalità degli spazi illusori. Ritmi rappresentati, presenti nell’opera attraverso elementi che li definiscono visivamente, adesione poliritmica.
Lucio Forte 2013
Ulteriori informazioni
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tel. 347 7686415
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Artisti:
Artemisia è un noto gruppo artistico che opera prevalentemente nell’area milanese composto da cinque pittrici: Emanuela Volpe, Francesca Bruni, Pea Trolli, Renata Ferrari e Rita Carelli Feri.
Il denominatore comune nonchè principale elemento di genesi del gruppo è stata la frequentazione dell’atelier del maestro pittore Luigi Lomanto.
Il gruppo è sensibile a temi profondi quali la libertà e l’affermazione di ogni essere umano ed il confronto e la conoscenza di culture diverse.
Tutti membri del gruppo Artemisia lavorano in campi artistici, nell’ambito dell’insegnamento in istituti e scuole d’arte, nell’ambito della decorazione e del restauro, nella produzione di affreschi e trompe l’oeil, definendo così attraverso questo bagaglio di esperienza e talento, un taglio di profonda qualità artistica e professionale nel linguaggio espressivo.
Nicola Bertoglio in questa rassegna presenta una composizione iphoneografica composta di quattro immagini stampate su Chromaluxe intitolata: “Interni di viaggio: Venezia”.
Nicola Bertoglio: “Questa composizione è nata da un soggiorno a Venezia in un hotel accanto alla Accademia.
Alessandra Bisi:” Dipingere mi diverte moltissimo. Amo il linguaggio sempre insufficente ma ricchissimo di opportunità che ho acquisito giocando con il colore, le forme, la materia.
Per questo quando ho un’idea e voglio esprimere qualcosa di più esplicito della composizione astratta, incomincio a cercare un’immagine. Le mie figure contengono i procedimenti, i rifacimenti e la ricerca formale dei quadri astratti. E’ il mio mondo divertente.”
Giancarlo Caciagli presenta l’ opera “Il Sole”. Esplorazione della luce solare su una sorta di piano orizzontale. Un cielo implacabile e simbolico indifferente alle azioni umane.
Giancarlo Caciagli:” Due note su di me: sono un completo autodidatta, trovo terapeutico usare colori e linee, lo faccio da quando sono piccolo, la considero una attività naturale come correre o leggere. In passato ho sempre regalato i miei quadri forse ho fatto bene o forse no, ad ogni modo resistono nelle case di amici. Non ho un approccio standard, i miei soggetti o paesaggi non seguono un filo logico, sono piuttosto mossi da esigenze
temporali, contingenti al mio sentire la vita, quindi in continua variazione”.
Che sia canale di trasporto al sogno ed alla libertà di cui questo ne è elemento scatenante.
Cassette.
Marco Sancini lavora nel campo della sperimentazione digitale, ripercorrendo temi legati alla Pop art e al Cyberpunk ed invertendo il processo di schematizzazione automatica digitale delle immagini. Dalla macchina all’uomo, in un approccio così dall’artista definito: “digitalizzazione manuale”.